Eccola qui, dopo almeno un paio di lustri di proposte e incontri con lo staff tecnico dell’ufficio mobilità, e la consegna del nostro ultimo documento pubblicato a maggio, finalmente e per la prima volta il Comune di Trieste ci SCRIVE ufficialmente.
La lettera del Comune di Trieste, firmata dal mobility manager ing. Bernetti, riprende nell’oggetto il titolo del nostro documento “Per una rete ciclabile Comunale” ed invita la nostra associazione a collaborare alla definizione del nuovo Piano Generale del Traffico Urbano.
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Questa sì che è una bella notizia !
Sia per la qualificata dichiarazione d´intenti al livello più alto dell´Amministrazione della città, sia per il riconoscimento esplicito del ruolo propositivo di Ulisse.
Si procede un pò a rilento, ma non vuol dire che sarà sempre così. Sono apparsi infatti su Il Piccolo del 28 luglio scorso degli autorevoli contributi alla nostra causa per niente trascurabili, seppure in occasione del fallito (ovvio, in assenza di premesse favorevoli)progetto di ATM.
Scuse dei pigri, come le salite, a parte, resta il fatto riconosciuto dai più sensati, che una minoranza incivile domina incontrastata il traffico cittadino, mettendo a repentaglio la incolumità propria e quella altrui.
Ne fanno le spese i più deboli, ossia nell´ordine: i disabili, i pedoni specie anziani, le mamme con carrozzine, i bambini…. e infine anche i ciclisti. La maggioranza, ivi compresi i motorizzati coscienti, tace, vuol dire secondo me che le va bene così, il che certo in genere non sfugge agli Amministratori preposti, vi pare ? Da questo circolo descritto nasce la giusta affermazione che siamo una città incivile.
Tornando alla lettera dell´Ing. Bernetti, ritengo che la ciclabilità delle zone pedonali sia sacrosanta, fermo restando che occorrerà in caso procedere contro ciclisti maleducati appartenenti alla minoranza di cui sopra, se pur sprovvisti di motore.
Per quanto riguarda le piste ciclabili, a Trieste lo spazio è quello che è. In molti casi occorrerà piuttosto puntare su delle aree in uso promiscuo a pedoni e ciclisti , e rispettivamente a ciclisti e motorizzati. Nella pagina de Il Piccolo si cita più volte ad esempio Vienna. Ebbene, i preposti vadano lì a vedere come si fa, anche sulle salite della capitale, tutt´altro che poche. Tecnicamente si risolve facendo in modo che la DIFFERENZA di velocità tra i partecipanti al traffico sia BASSA.
Basta un pò di civiltà, qualche dissuasore ed una buona sanzione per i pochi incivili irriducibili….
Ervino Schreiber