Relativamente ai vari interventi apparsi di recente sulla rubrica segnalazioni con tema la bicicletta e le piste ciclabili, Ulisse-FIAB, associazione che promuove l’uso della bici a Trieste da oltre dieci anni ,ritiene doveroso un breve intervento di puntualizzazione. Parliamo delle piste ciclabili. Un censimento sul territorio comunale,da noi effettuato in questi giorni, evidenzia una situazione tutt´altro che rosea. Nello specifico, i dati saranno resi pubblici in occasione della imminente settimana della mobilità sostenibile e comunque consultabili a breve sul nostro sito www.ulisse-fiab.org.
Possiamo però anticipare,ad uso dei ciclisti urbani ma anche di coloro che volessero fare del cicloturismo a Trieste, alcune tristi considerazioni più o meno tecniche. La cosiddetta ciclabile di Barcola è in realta un insieme di spezzoni di corsia ciclabile contigua al marciapiedi pedonale, inferiore alla misura minima per essere definita pista ciclabile. Tutti i suoi tratti poi sono percorribili in una sola direzione. I ciclisti quindi che vanno verso il bivio di Miramare (e sono davvero tanti) su un percorso andata e ritorno di circa 14 km dal centro citta’, possono pedalare su “corsia ciclabile” per meno di 4 km. Lungo le rive la situazione e’ ben peggiore. Vi e’ un solo marciapiede ad uso promiscuo di bici e pedoni,il cui senso di marcia è bidirezionale di larghezza assai variabile con diverse strozzature. Verrebbe da dire che si è fatto di tutto per disincentivarne l´uso. E fan quasi ridere (ovviamente per non piangere) le considerazioni politiche odierne che tirano in ballo ostacoli a progetti già pronti e finanziati quando si sarebbe dovuta fare una seria pista ciclabile in fase di rifacimento delle rive. E qui il pensiero va al progetto attuale di Piazza della Liberta’. Senza entrare nel merito di alberi da tagliare o meno, ci preme qui solo rimarcare che qualunque progetto di riqualificazione viaria che non consideri con attenzione la viabilita’ ciclistica quale componente fondamentale della sostenibilità ambientale, non e’ degno di questo nome. Ultima nota dolente di questo poco lusinghiero elenco la merita la pista della Val Rosandra, unica pista ciclabile a norma in città. A otto anni dal loro inizio, i lavori non sono ancora conclusi nel tratto cittadino da Campanelle a S.Giacomo. E gia’ sul tratto liberamente percorribile, bellissimo e affascinante, inizia a farsi sentire il bisogno di un minimo di manutenzione per far si che la pista non venga invasa da erbacce ed arbusti spinosi. L’attenzione e l’impegno verso i temi della mobilita’ ciclista da parte delle amministrazioni locali e’ quindi altamente deficitario se si guarda aldila’ delle promesse elettorali, di proclami di amministratori pubblici, e di qualche politico in bicicletta. Questo pero’ non toglie e non impedisce che anche a Trieste i ciclisti, passando senza far rumore e senza lasciare scie inquinanti dietro di sé, aumentino sempre più. Ed e’ rivolgendoci a loro che chiudiamo con l’unica nota positiva ricordando a tutti i ciclisti urbani triestini, attuali e potenziali, che in una larga parte della zona pedonale e’ consentito circolare in bicicletta (ordinanza del sindaco del 1997). Invitiamo quindi tutti ad usare il nostro mezzo preferito sempre nel pieno rispetto delle regole del codice della strada.
Associazione Ulisse-Fiab
www.ulisse-fiab.org