«Pista ciclabile che scoraggia le due ruote»
Bella giornata domenica 26 luglio. Calda, forse troppo. Perché non vedere com’è la «nuova» pista ciclabile? Da sotto via Orlandini, il punto di partenza lascia a desiderare. Una specie di casello auto-stradale o di confine è il benvenuto. Mai usato, ma già malridotto. D’altra parte, non è chiaro a cosa dovesse servire. Forse per un biglietto d’ingresso alla pista ciclabile? Allo stato, è «bivacco per manipoli»… di vandali. Due sottopassaggi, chiaramente per riscontrare i «bisogni» della gente Poi diventa pista ciclabile di piacevole utilizzo. Corsie di destra e sinistra ed una per i pedoni. Salita faticosa, costante su una pista di buona struttura e gradevole. Qualche erbaccia spunta qua e là e qualche ramo sporge sulla pista dai lati, ma senza eccessi. Un tratto, forse di una cinquantina di metri, improvvisamente e misteriosamente è in terra battuta. Poi pista fino al ponte del Burlo Garofolo attraverso via dell’Istria dove l’accesso è vietato. Passa la voglia di continuare. Anche dall’altra parte di via dell’Istria vi sono tratti percorribili e non per diventare vera pista ciclabile in continuità dopo le cosiddette «case dei ferrovieri» e fino a Draga Sant’Elia e la linea di confine. Si vedono tanti ciclisti con tute colorate pedalare sulle salite da Trieste per Opicina e per Basovizza. Pericolosamente nel traffico per le faticose oscillazioni. Respirando scarico. Probabilmente non tutti prenderebbero la pista ciclabile, ma se fosse finita, qualcuno sicuramente si. Sembra di capire sia compito della Provincia di Trieste occuparsene. Qualche previsione?
Clayton J. Hubbard