Pesa la mancanza di corsie ciclabili e l’assenza di bike e car sharing.
L’anno 2013 si chiude con un balzo all’indietro di Trieste nella classifica del rapporto sulla mobilità sostenibile elaborato da Euromobility con il contributo e il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente. La nostra città passa infatti dal 15° al 30° posto nella classifica delle 50 più importanti città italiane.
È Venezia a salire sul gradino più alto. Potrebbe apparire scontato, ma la città lagunare riconquista dopo due anni la prima posizione non solo perché favorita dalla più estesa area pedonale e dal più basso indice di motorizzazione, ma anche grazie a un trasporto pubblico che funziona, al servizio di bike sharing in crescita e al miglior car sharing in rapporto alla popolazione, sia per numero di utenti che per numero di automobili. Sul podio al secondo posto Bologna e al terzo Torino.
“Questo Rapporto segnala che finalmente inizia a ridursi il tasso di motorizzazione -ha sottolineato Lorenzo Berttuccio, Direttore scientifico di Euromobility- ma conferma, purtroppo, che ai servizi innovativi credono più i cittadini che i loro amministratori: se il bike sharing mostra una crescita a due cifre percentuali sia di utenti che di biciclette, al car sharing si rivolgono sempre più cittadini ma le automobili diminuiscono del 2,4%”.
Dal Rapporto emerge una fotografia in chiaro scuro per Trieste che si piazza tra le prime posizioni su trasposto pubblico (6°posto) e per le pedonalizzazioni (7° posto) ma mostra una un forte deficit rispetto ad altre città italiane per quanto riguarda altri aspetti della mobilità urbana. Raggiunge solo il 29° posto per quanto riguarda le corsie ciclabili, il 45° posto sui parcheggi di interscambio e su quelli a pagamento. Piuttosto negativi anche alcuni valori della qualità dell’aria. Superiore alla media italiana la densità veicolare. Per ogni 100 abitanti ci sono 53 auto e Il numero di motocicli (21 ogni 100 abitanti) è tra i più alti in Italia (5°posto). Trieste si piazza all’ultimo posto per la percentuale di veicoli a gas, metano e gpl del parco circolante. Pesa anche nel risultato della classifica finale la totale mancanza nella nostra città dei servizi di bike sharing e car sharing.
“Le amministrazioni dimostrano ancora di non aver compreso appieno quanto faccia bene alla salute delle città e a quella dei cittadini la mobilità attiva, l’uso cioè dei propri piedi e della bicicletta per gli spostamenti quotidiani- ha commentato il presidente di Euromobility Riccardo Canesi- I percorsi in città sono ancora troppo poco sicuri e l’impegno sul piano culturale è scarso”
Il rapporto completo lo si trova al seguente link: http://www.euromobility.org/Osservatorio50citta/2013_50_citt%C3%A0/ppt_2013.pdf
Mobilità sostenibile a Trieste? No se pol.
Recentemente, incuriosito da strane biciclette dalle ruote piccole che ho visto circolare in diverse città e che ho visto esposte in alcuni negozi, ho cominciato ad interessarmi al mondo delle bici pieghevoli.
Sono dei mezzi con caratteristiche ciclistiche relativamente limitate ma che grazie alle dimensioni contenute (piegate occupano lo spazio di un trolley o una valigia) possono essere intelligentemnete utilizzate per il “trasporto intermodale” ovvero per percorsi misti che prevedano l’utilizzo di mezzi pubbilici e/o privati in combinazione alla bicicletta.
Ben presto ho pensato di voler acquistare una bici pieghevole immaginando di utilizzare i mezzi pubblici come “mezzi di risalita” e spostarmi in bicicletta in discesa o in piano con beneficio per la mia salute, per il traffico, l’inquinamento e altri mille buoni motivi.
Dopo essermi ben informato sulle caratteristiche delle diverse tipologie di bici ho provato a contattare Trieste Trasporti per avere una conforma della possibilità di trasportare la bici come bagaglio ma soprattutto per chiedere di poter considerare la bici come trasporto gratuito: la bici infatti occupa un volume pari ai due bagagli gratuiti consentiti per singolo passeggero, ma si tratta di un singolo oggetto e comunque occupa un volume minore rispetto ad un passeggino per bambini o ad una carrozzina per disabili (considerati gratuiti).
La richiesta che ho inviato a Trieste Trasporti era molto specifica, in quanto intendevo trasportare la bici soltanto sulle vetture di una linea specifica, da capolinea a capolinea, con bici inserita in apposita sacca protettiva, ed assicurando la massima attenzione sia alla sicurezza di passeggeri e mezzi sia alla possibilità di intralciare passaggi e occupare posti.
Con mia grande delusione e dopo diversi solleciti la Trieste Trasporti ha liquidato la mia richiesta con questa frase: “La informiamo che il reparto competente per motivi di sicurezza non ritiene di poter consentire il trasporto sugli autobus delle biciclette, seppur pieghevoli.”
Che amarezza, che peccato. Cosa cambia se in una borsa ho inserito una bici oppure le attrrezzature per giocare a tennis oppure il bagaglio per un viaggio? Il peso? No. La sacca avrebbe un peso di al massimo 12-13kg.
La paura di accondiscendere ad una richiesta nuova e particolare? può darsi.
Di fatto Trieste si conferma la città del “no se pol”.
A Roma le bici pieghevoli viaggiano gratuitamente in metropolitana; a fine 2012 Trenitalia Frecciarossa ha promosso l’iniziativa “Ha preso una bella piega” offrendo ai propri clienti una bici pieghevole personalizzata Frecciarossa a prezzi scontati per favorire il trasporto intermodale e l’utilizzo della bicicletta (trasporabile gratuitamente sui treni); cercando in rete si trovano immagini di bici pieghevoli trasportate in autobus, treni, metropolitane e corriere in molte città del mondo.
Probabilmente in futuro ci si arriverà anche a Trieste. Ma pare non sia ancora il momento.
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