Le bici a Trieste sono sempre più diffuse, rendendo necessaria una rete ciclabile urbana. Quali ipotizza possano essere le direttrici principali e come la realizzerebbe?
La rete ciclabile urbana è una prospettiva verso la quale guardo con favore, in quanto portatrice sia di una maggior vivibilità del territorio che di una più attenta salvaguardia dell’ambiente. La Lega in tal senso propone di dare vita a un piano integrato della mobilità, che sappia dare risposte a medio-lungo termine ai temi dei parcheggi, del traffico, dei trasporti pubblici e dei cosiddetti mezzi alternativi. Tra questi, appunto, la bicicletta. La rete ciclabile va pertanto potenziata lungo due fondamentali direttrici: quella in uscita verso la Slovenia, allungando gli odierni 10 km da un lato verso Campo Marzio e dall’altro verso Muggia, e quella in direzione Monfalcone, migliorando la tratta fino a Miramare ed estendendola –di concerto con le altre amministrazioni- fino al Castello di Duino. Compito degli enti locali non sarà solo garantire la realizzazione di questi percorsi, ma anche diffondere in maniera capillare la cultura dei mezzi di trasporto alternativi, promuovendone il noleggio e realizzando appositi stalli per poterli parcheggiare in piena sicurezza e senza arrecare disagi ai pedoni.
Quali azioni intende attuare per far sì che il recupero del Porto Vecchio costituisca un’opportunità di sviluppo della mobilità sostenibile per la città di Trieste?
L’attuale progetto prevede la realizzazione di un tapis roulant per il trasporto delle persone lungo un’ampia area del Porto Vecchio, con la conseguente interdizione di questo al traffico. Ammesso che ciò venga effettivamente realizzato, va comunque chiarito che il principio di base è corretto: è prioritario restituire ai cittadini una fetta importante di Trieste, lasciandola tuttavia quanto più libera dai mezzi privati. Si chiami rullo trasportatore o semplicemente navetta elettrica, la cosa fondamentale è che la circolazione in quelle zone sia esclusivamente destinata ai trasporti “eco-friendly”.
Il rispetto delle regole del codice della strada è fondamentale per la sicurezza di tutti gli utenti, in particolare per pedoni e ciclisti. Ritiene necessarie delle azioni per ristabilire l’importanza delle regole all’interno della mobilità cittadina? Quali? Con che priorità?
Non credo che vi sia il bisogno di “ristabilire” un ordine che non è mai andato perso, ma semmai di ripensarlo per renderlo più vicino alle esigenze di una città moderna. La priorità va in tal senso sempre data ai mezzi pubblici, a quelli rispettosi dell’ambiente e ai pedoni.
Il trasporto effettuato con l’ausilio di una combinazione di mezzi diversi assume una rilevanza centrale all’interno delle politiche volte a favorire la mobilità sostenibile urbana. Quali sono le sue proposte in tema di intermodalità per Trieste?
L’intermodalità può trovare applicazione attraverso il “green ring”: un progetto già lanciato con successo in diverse importanti città, volto a liberare le aree centrali dalle auto e a favorire l’utilizzo di mezzi alternativi. Realizzando degli stalli per le bici e favorendone il noleggio o lo “sharing” nei pressi delle stazioni degli autobus e dei treni, si potrà inoltre contribuire a diffondere un modo più sano e rispettoso di vivere Trieste.
Diversi Enti locali in Italia hanno adottato con successo delle buone pratiche di mobilità sostenibile. Quale progetto di mobilità sostenibile intende proporre per Trieste?
Il piano della mobilità integrata deve prevedere la creazione del già citato “green ring”, per favorire la sosta dei veicoli alla periferia di Trieste attraverso la creazione di un numero di silos a basso impatto paesaggistico e supportando il capillare collegamento di questi con le zone abitate attraverso mezzi pubblici. Bisognerà inoltre valutare l’opportunità di dare finalmente corpo alla vecchia e suggestiva ipotesi di una metropolitana leggera, capace di collegare la città sia con Capodistria che con l’aeroporto di Ronchi. Da ultimo, ma non certo in ordine di importanza, va promosso l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche, in modo da favorire la piena e libera circolazione a tutti gli anziani, i disabili e i genitori con bambini.
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