Le bici a Trieste sono sempre più diffuse rendendo necessaria una rete ciclabile urbana. Quali ipotizza possano essere le direttrici principali e come le realizzerebbe?
È senz’altro urgente sviluppare la direttrice costiera che da Sistiana o quanto meno da Barcola, passando per il Porto Vecchio e le Rive, arriva fino a Via Orlandini per collegarsi con la pista ciclabile esistente. È un progetto che non partirebbe da zero, visti i recenti finanziamenti regionali per le Rive triestine ed un vecchio piano d’intenti sulla realizzazione di una pista ciclabile in Costiera. Per quanto concerne il centro, vanno da subito sfruttate le direttrici maggiori quali Via Carducci e D’Annunzio sino al termine di via Cumano, Via Battisti e Via Giulia fino a San Giovanni, Via Flavia sino a Rabuiese per collegare il circuito italiano con quello sloveno, zona carsica secondo le esigenze prospettate dai rispettivi Comuni. Per questo tipo di mobilità si possono ottenere fondi a vario livello: in questo senso rinforzeremo la capacità progettuale del Comune in special modo per la richiesta dei fondi europei. Per l’individuazione degli esperti e le modalità di controllo delle infrastrutture ci affideremo alle Associazioni competenti.
Quali azioni intende attuare per far sì che il recupero del Porto Vecchio costituisca una opportunità di sviluppo della mobilità sostenibile per la città di Trieste?
Nella visione di TriesteGiovane, Porto Vecchio va sviluppato come “polo urbano” con collegamenti non soltanto ciclabili ma anche su rotaia. Nel piano regolatore, in quello del traffico e nella stesura dei contratti di appalto si prevedono punti specifici sulle modalità di costruzione e di trasporto passeggeri che seguano i dettami della bioedilizia e della mobilità sostenibile. Peraltro intendiamo allargare questa concezione all’intera città.
Il rispetto delle regole del codice della strada è fondamentale per la sicurezza di tutti gli utenti, in particolare per pedoni e ciclisti. Ritiene necessarie delle azioni per ristabilire l’importanza delle regole all’interno della mobilità cittadina? Quali? Con che priorità?
Personalmente ho ceduto la mia bicicletta proprio perché non mi sentivo sicuro nel percorrere le vie cittadine e nemmeno la cosiddetta pista ciclabile di viale Miramare, che non risponde assolutamente ai normali canoni di “pista ciclabile”, per cui andrebbe immediatamente tolto il relativo cartello del Comune che la indica. TriesteGiovane crede sia necessario ridurre il traffico cittadino e la circolazione di mezzi inquinanti avendo oramai raggiunto Trieste un livello inaccettabile di inquinamento atmosferico ed acustico. Vogliamo una città a misura di bambino e di uomo, non di automobile.
Le regole il più delle volte ci sono ma non si fanno rispettare: bisogna agire per creare una cultura civica anche sulla mobilità (partendo dalle scuole) e, nel primo periodo, studiare forme certe di sanzione per chiunque non rispetti il codice (tolleranza zero dopo aver stipulato un accordo preventivo con i cittadini). Il Sindaco predisporrà nei primi tre mesi di mandato le opportune ordinanze laddove ci siano carenze nei regolamenti già approvati e organizzerà un incontro con le forze dell’ordine e tutti gli uffici competenti per mettere in atto misure e controlli efficaci. Pedoni, carrozzine, biciclette e mezzi pubblici avranno l’assoluta priorità rispetto alle automobili.
Il trasporto effettuato con una combinazione di mezzi diversi assume una rilevanza centrale all’interno delle politiche volte a favorire la mobilità sostenibile urbana. Quali sono le sue proposte in tema di intermodalità per Trieste?
Nel 1997 ho frequentato un master sulla Intermodalità e la Logistica dei trasporti presso il MIB che mi ha reso particolarmente sensibile al tema: l’annosa carenza italiana riguarda senza dubbio la Ferrovia e Trieste ahimè ne è esempio lampante; anche da questa lacuna nasce l’insostenibile aumento del traffico. Quando si parla di infrastrutture, si dovrebbe dunque concentrare l’attenzione soprattutto sulla rotaia: per il Porto è essenziale costruire una rete efficiente così come deve realizzarsi la direttiva Trieste-Ronchi dei Legionari per collegare il capoluogo all’aeroporto. Liberando le strade da automobili e tir, il trasporto ciclabile avrà modo di svilupparsi in modo esponenziale. Proponiamo anche la metropolitana leggera fino ad Aquilinia e la modernizzazione della linea tranviaria che, da Opicina, dovrebbe arrivare fino a Campo Marzio costeggiando sulle Rive la nuova pista ciclabile. Va sfruttato molto meglio il trasporto marittimo, che deve giungere ad una effettiva concorrenzialità con la “gomma” oltre a prevedere la possibilità di portare a bordo le biciclette. Predisporremo con Trieste Trasporti un servizio di “forchette” sugli autobus e di “rastrelliere” nei punti di maggior interscambio. In considerazione del fatto che gli automezzi inquinanti dovranno rimanere fuori dalla “zona di traffico limitato” (da stabilire con gli esperti tempi e limiti), si creeranno delle zone di interscambio gomma/rotaia/mezzo pubblico presumibilmente in zona Campo Marzio e Opicina. Per quanto riguarda la TAV siamo ben lontani dall’atteggiamento di chi dice: «Not in my back yard» («Non nel mio giardino»). Semplicemente siamo coscienti del fatto che le grandi opere come la TAV servono soltanto a riempire le tasche degli speculatori mentre opere veramente utili come l’adeguamento e la modernizzazione delle linee esistenti non vengono fatte perché costano meno e permettono margini di «guadagno» molto inferiori.
Diversi Enti Locali in Italia hanno adottato con successo delle buone pratiche di mobilità sostenibile. Quale progetto di mobilità sostenibile intende proporre per Trieste?
TriesteGiovane sta studiano tutti gli interventi che Comuni più virtuosi hanno già attuato sia in Italia che all’estero. Tutto ciò che riterremo possibile realizzare a Trieste verrà reso progetto e saranno richiesti gli opportuni finanziamenti a tutti i livelli, compreso il privato interessato a migliorare il territorio in cui opera. Oltre agli interventi elencati in precedenza intendiamo procedere con l’ulteriore pedonalizzazione delle vie cittadine e la realizzazione di parcheggi sicuri per il bike sharing probabilmente con il sistema Share Lock, di prossima attuazione a Jesolo e Forlì. I tetti dei parcheggi, sia per le biciclette che per le automobili, potranno essere equipaggiati con pannelli fotovoltaici. Un’altra iniziativa sarà sicuramente l’adesione alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile oltre alla redazione di un Biciplan e l’apertura di un Ufficio dedicato alla Ciclabilità nell’ambito dell’area Mobilità e Traffico.
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